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Ogni generazione, si sa, cerca di "uccidere" la precedente, ma i "baby boomers" erano in cerca di risposte a istanze del tutto nuove.
Ogni generazione, si sa, cerca di "uccidere" la precedente, ma i "baby boomers", i primi a non portare alcun ricordo della Seconda Guerra che aveva sconvolto il mondo dei loro genitori e nonni, erano in cerca di risposte a istanze del tutto nuove. La loro rivoluzione (ma sarebbe credo più corretto il plurale rivoluzioni) avrebbe riguardato ogni ambito: politica (in senso lato), diritti civili, discriminazioni, sesso. Negli Stati Uniti, le prime contestazioni iniziano all'Università di Berkeley nel 1964 (quindi molto in anticipo rispetto al Sessantotto europeo), e si legano presto con la protesta alla Guerra in Vietnam (dove era stata mandata proprio quella generazione a combattere e morire).
Ma negli stessi anni, trova nuova spinta il movimento femminista, nasce quello per i diritti degli afroamericani e a Oakland, nel 1966, vengono fondate le Black Panthers. Nel 1969, a New York, da una rivolta contro la polizia in un locale del Greenwich Village, lo Stonewall, prende vita il movimento per i diritti degli omosessuali, una cui importante comunità si stava già installando nel quartiere di Castro, a San Francisco. Poco lontano da lì, Haight-Ashbury era invece diventato il luogo privilegiato della scena hippie e il fulcro della Summer of Love, quasi una cerimonia pagana che fa da compimento (ma per certi aspetti anche da funerale) a un'intera utopica visione del mondo.
Nonostante tutto si muova vorticosamente, Mister No si presenta sempre "fuori tempo massimo" agli appuntamenti col destino.
Jerry Drake arriva dunque in una città crocevia di mille stimoli e di elettrizzanti novità. Nonostante tutto si muova vorticosamente, con l'idea che una ventata d'aria fresca finisca per coinvolgere anche lui, il nostro Mister No (come ormai è stato ribattezzato nell'inferno del Vietnam) si presenta sempre "fuori tempo massimo" agli appuntamenti col destino. O forse no, visto che sicuramente non c'è niente di già scritto nella sua biografia. In questo "Revolution", il carattere del personaggio è ancora in costruzione, non è quello dell'eroe già formato. Finora sono state una serie di rinunce a determinare il suo percorso, a trascinarlo negli eventi.
La consapevolezza di quello che gli succede attorno fa sì, invece, che ora cominci a compiere delle scelte. Perché è questo che ci rende davvero liberi: avere la possibilità di scegliere. Jerry sembra non essere a suo agio da nessuna parte, anche nei momenti felici è consapevole di non avere ancora trovato la propria dimensione e ha uno stigma che vorrebbe scrollarsi di dosso, ma a cui chiunque pare volerlo inesorabilmente riportare: quello del reduce.
Tutto questo sta stretto al nostro Jerry Drake "Mister No". In cuor suo, sa che deve fuggire, ma ancora non ha idea di dove e come.
Chissà perché la figura del reduce è sempre guardata con sospetto. Forse si pensa che lo stress post traumatico che in molti casi lo accompagna sia contagioso o magari si ha paura che non riesca più a distinguere fra l'addestramento militare che gli insegna a uccidere e le regole della vita civile, per cui meglio tenerlo ai margini. Più probabilmente, gli si addossa un senso di colpa collettivo, che si preferisce esorcizzare facendo finta che questi individui non esistano. Possibile che anche chi ha protestato contro la guerra li abbia dimenticati, considerandoli o troppo fanatici per aver deciso di combattere o troppo vigliacchi per non aver scelto di opporsi.
In ogni caso, tutto questo sta stretto al nostro Jerry Drake/Mister No. In cuor suo, sa che deve fuggire, ma ancora non ha idea di dove e come. L'esigenza di prendere il volo (letteralmente!) alla fine avrà la meglio.
Michele Masiero
Mister No 50 n.3 "Revolution: California", testi di Michele Masiero e disegni di Alessio Avallone, copertina di Emiliano Mammucari. Dal 12 agosto in edicola, fumetteria e nel nostro sito ufficiale.
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